La prima visione completamente meccanicistica nel mondo greco è l’atomismo
di Democrito (460-370 circa a. C.), che viene poi ripreso da Epicuro
(341-270/271 a. C.) e dal poeta latino Lucrezio (98-54 circa a. C.).
Secondo Democrito tutta la realtà è costituita da atomi che si
muovono incessantemente nel vuoto. Gli atomi sono particelle
elementari, indivisibili, differenti tra loro solo per
caratteristiche quantitative o oggettive come la forma, la
grandezza, l’ordine e la posizione, dotate di movimento eterno che è
ad esse connaturato.
L’incessante movimento porta gli atomi ad
aggregarsi e a separarsi, dando luogo alla nascita, alla
trasformazione e alla morte di tutto ciò che esiste. Le cose sono
pertanto combinazioni di atomi. Anche l’uomo è una realtà
esclusivamente materiale e l’anima non è differente dal corpo se non
per il fatto che è composta da atomi sottilissimi, mobilissimi,
tondi e lisci. La diversità delle cose è spiegata in base alla
varietà della forma, della grandezza e della disposizione degli
atomi che si aggregano: da ciò segue che la spiegazione del mondo
sta negli aspetti quantitativi e misurabili delle cose, gli unici
dei quali deve occuparsi la scienza. Gli aspetti qualitativi, come
il colore e il sapore, sono soggettivi, frutto dei nostri sensi e
non proprietà delle cose. Dice infatti Democrito: "Opinione il
dolce, opinione l'amaro, opinione il caldo, opinione il freddo,
opinione il colore: in realtà soltanto gli atomi e il vuoto".
L’idea che la scienza deve occuparsi degli aspetti misurabili e
perciò matematizzabili della natura ritornerà esplicitamente in
Galileo Galilei, il padre della scienza moderna, che nel Saggiatore
scrive: “[l’universo] è scritto in lingua matematica, e i caratteri
son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali
mezi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un
aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto".
Il movimento originario degli atomi nel vuoto è
caotico, irregolare, del tutto casuale. Per questo Dante scriverà
nell’Inferno (IV, 136): “Democrito che il mondo a caso pone”.
L’atomismo di Democrito esclude, infatti, che vi siano un principio
trascendente o un principio immanente al mondo che dirigano il tutto
verso uno scopo. Le cose nascono e muoiono senza alcun finalismo,
secondo processi puramente meccanici dovuti al movimento degli atomi
in tutte le direzioni.
In realtà Democrito, escludendo qualsiasi causa finale nella natura,
non intende propriamente introdurre in essa la casualità. Se la
natura non avesse un ordine, sarebbe infatti come un libro senza
senso che nessuno si metterebbe a leggere. Scrive Democrito: “Per
necessità vennero preordinate tutte le cose che furono, che sono e
che saranno”. Ancora più esplicito è Leucippo, il fondatore della
scuola atomistica, che afferma nell’unico frammento che è rimasto
delle sue opere: “Niente accade per caso, ma tutto avviene per una
ragione e per necessità”.
Queste citazioni esprimono due principi
basilari del meccanicismo moderno.
Che ogni fenomeno ha la sua ragione significa che ha una causa
determinata, cioè una causa efficiente particolare e specifica di
cui è l’effetto. Se la scienza non ha ancora trovato la causa di un
fenomeno, ciò non significa che essa non esista, cioè che il
fenomeno sia casuale, ma solo che la causa è ancora sconosciuta.
Che tutto avviene per necessità significa che la natura opera
attraverso leggi regolari (le leggi della fisica, delle chimica,
ecc.), per cui data una causa segue necessariamente l’effetto. Lo
scopo dello scienziato è scoprire la successione causale tra gli
eventi e tradurla in leggi che permettono non solo di spiegare i
fenomeni della natura, ma anche di prevederli.
Quindi il meccanicismo di Democrito, sopraffatto al suo tempo
dall’organicismo, si affermerà in modo definitivo molti secoli dopo.
A Democrito è stato attribuito il principio
della conservazione della materia e dell’energia, per la sua
affermazione che “Nulla è creato dal nulla né si distrugge nel
nulla”, e anche l’idea del movimento per inerzia dei corpi, per il
moto naturale di cui gli atomi sono dotati.
Va però precisato che questi principi, così come la stessa teoria
atomistica, non sono in Democrito il risultato di un’indagine
sperimentale, come avverrà per la scienza moderna, ma il frutto di
una deduzione razionale a partire da problemi filosofici lasciati
aperti dai pensatori precedenti. |