Eraclito (550–480 circa a. C.) è tradizionalmente considerato il filosofo del divenire universale. Il centro del suo pensiero non si trova però nella semplice constatazione che “tutto scorre”, ma nell’armonia dei contrari e nell’unità degli opposti che è l’intima legge che presiede all’ordine del Tutto. Secondo lui le incessanti trasformazioni del mondo nascono dall’azione continua, dinamica e ciclica dei contrari, ogni coppia dei quali costituisce un’unità.

Scrive infatti nel Frammento 19: “Essere e non essere si danno nascita tra loro / facile e difficile si danno compimento tra loro / lungo e corto si danno misura tra loro / alto e basso si danno dislivello tra loro / tono e nota si
danno armonia tra loro / prima e dopo si fanno seguito tra loro”.
La natura è un tutto animato da un eterno moto ed esiste come unità differenziata in forza della tensione di realtà contrapposte, che non sono suoi aspetti particolari, ma il modo stesso in cui la natura esiste come totalità vivente.

L’idea che la natura universale è in continua trasformazione grazie alla contrapposizione e all’armonia dei contrari è propria anche del taoismo, una corrente della filosofia cinese sviluppatasi tra il 551 e il 286 a. C., che a sua volta è una delle filosofie orientali.
Il pensiero filosofico orientale, in particolar modo quello taoista, ha influito molto sulla concezione della natura fatta propria dai filosofi di Mileto e da Eraclito. Le due caratteristiche principali della concezione organicistica orientale del mondo sono l’affermazione dell’unità e interdipendenza di tutti i fenomeni e della profonda dinamicità dell’universo. Il Tao, che di solito si traduce con “via”, ma che più rigorosamente significa “ordine della natura”, non è un principio statico che dà origine alle cose, ma l’infinita forza trasformatrice della natura, l’energia diffusa che la costituisce attraverso la dinamica dei singoli tao, ovvero i modi particolari del grande Tao del quale incarnano l’essenza universale. Come in Eraclito la natura non è altro dall’unità dinamica dei contrari, così nel taoismo i singoli tao non esistono al di fuori del grande Tao e viceversa.
Nella mitologia del feng shui inizialmente il CHI si mosse per dar vita allo yang, il principio maschile. Quando si riposò creò lo yin, il principio femminile, e infine, creati il maschio e la femmina, iniziò la creazione dell'intero universo. Yin e yang sono sono energie opposte, nessuna delle quali può sussistere senza l'altra, sono le forze equilibranti e armonizzanti dell'universo.
"Lo yin e lo yang si riflessero l'uno nell'altro, si sovrapposero, si regolarono a vicenda. Le quattro stagioni si susseguirono, si generarono e si estinsero a vicenda. Di lì vennero l'attrazione e la repulsione, l'allontanarsi e l'avvicinarsi; da lì venne l'unione della femmina e del maschio, da lì si produsse l'esistenza perpetua. Si alternarono la sicurezza e il pericolo, si generarono la disgrazia e la fortuna; si unirono la lentezza e la velocità; si compirono l'unione e la separazione. Tutto ciò che è in successione si organizza da sé; tutto ciò che evolve si guida da sé; ciò che termina fa ritorno; ogni fine conduce a un nuovo inizio". (Chuang-tzu, da Chuang-tzu).

L'energia yin si trova sempre nell'energia yang e viceversa, come mostra il diagramma del taoismo, dove la parte bianca (yang) è dentro lo yin e la parte nera (yin) è dentro lo yang. Yin e yang sono rappresentati all'interno di un cerchio, a creare il simbolo T'ai chi della completezza (T'ai chi significa infatti “supremo, definitivo”). Lo yin, lo yang e il cerchio sono i tre elementi del diagramma che diviene una cosa sola. Yin e yang insieme creano il Tao, la “via” o “ordine della natura”, che è formato dalla costante interazione reciproca di due energie contrapposte.
Il carattere dinamico della natura, che esiste per effetto dell’azione reciproca dei contrari, è simboleggiato nel taoismo anche dall’immagine della montagna che è una, ma ha sempre una parte in luce e una parte in ombra.