Analisi della Prima Catilinaria di Cicerone
Nella l’orazione si apre con un exordium ex abrupto: Cicerone conferisce phatos ed enfasi accusatoria all’acre invettiva contro Catilina facendo largo uso di interrogative indirette, una in fila all’altra; domande chiaramente retoriche per dichiarare le atrocità commesse da Catilina. Egli commenta la pazzia di Catilina che osa presentarsi in Senato; esalta il coraggio dei senatori che si astengono dal dargli la pena di morte nonostante le azioni da lui commesse lo permettano (retorica); riporta accadimenti passati in cui furono prese decisioni differenti (morte immediata); afferma che la sua vita è permessa solo da qualcuno che ha il coraggio di difenderlo.
Il discorso è una continua minaccia nei confronti di Catilina, pronunciato con il fine arrestare la sua pazzia.
Risulta inoltre un forte contrasto fra la temerarietà di Catilina e la fermezza del Senato, tra la situazione attuale e gli anni passati. L’autore alterna discorsi direttamente rivolti a Catilina con discorsi rivolti al Senato, quindi non condanna solamente Catilina ma disapprova anche la lentezza e l’indecisione dei senatori.
Cicerone fa leva sull’orgoglio dei membri del senato, accusandoli di favorire la pazzia di Catilina; il quale non solo disegna frodi a loro danno ma ha anche l’arroganza di presentarsi in Senato.
Da notare l’espressione fortes viri con la quale si delinea la prontezza ed il coraggio dei senatori di un tempo; accusando i membri del senato dell’epoca di agire spinti dalla paura.
Risulta inevitabile un confronto con il ritratto di Catilina effettuato da Sallustio nel Bellum Catilinae.
– tra parentesi le somiglianze con il ritratto di catilina di Sallustio –
Nell’orazione Cicerone presenta Catilina come un uomo pazzo, temerario, ostinato e sprezzante del pericolo, malvagio (di indole malvagia e disonesta), smanioso di distruggere e mettere a fuoco il mondo intero, gioioso e smanioso di commettere delitti e atti illeciti (gli furono sempre grate guerre civili, stragi, rapine e discordie civile), contento di corrompere e circondarsi di uomini disonesti (lo incitavano i costumi corrotti della popolazione), resistente alla fame,freddo e privazioni (tollerante a freddo,fame e veglia più di chiunque – Cicerone però sostiene che anche il fisico di Catilina cederà presto), adultero (bramoso dell’altrui), dotato di una smania sfrenata (il suo animo insaziabile desiderava sempre cose irraggiungibili e smisurate), incurante del fatto che i senatori conoscano i suoi pensieri (simulatore e dissimulatore di qualunque cosa).
Sallustio, inoltre, non accenna mai a pazzia, gli conferisce solo carenza di buonsenso e corruzione.
Il sistema di simmetrie spesso utilizzato da Cicerone si concretizza negli esempi riportati sotto.
Etenim quid est, Catilina, quod iam amplius expectes, si neque nox tenebris obscurare coetus nefarios nec privata domus parietibus continere voces coniurationis tuae potest, si inlustrantur, si erumpunt omnia? - Allora, Catilina, cosa aspetti ancora se il buio della notte non può nascondere le tue empie riunioni, se neppure le pareti di un'abitazione privata possono contenere le voci della congiura? Se tutto emerge, viene alla luce?
Il parallelismo si ha nel susseguirsi delle frasi ipotetiche: le prime due, più lunghe, hanno entrambe verbo all’infinito, le seconde hanno verbo al presente. Inoltre a obscurare (I° infinito) corrisponde inlustrantur (I° presente), a continere corrisponde erumpunt. Entrambi gli accoppiamenti sono antitetici.
Nihil agis, nihil moliris, nihil cogitas quod non ego non modo audiam, sed etiam videam planeque sentiam? - Nulla di quanto fai, prepari, pensi, non solo non mi giunge notizia, ma addirittura lo vedo e lo conosco con assoluta precisione.
All’accostarsi dei tre termini introdotti dall’anafora di nihil, si ritrova alla fine della frase la presenza parallela di tre verbi in congiuntivo presente. (si notino le corrispondenze di significato tra termini corrispondenti: fai – mi giunge notizia, preparo – vedo, pensi – conosco)
De te autem, Catilina, cum quiescunt, probant, cum patiuntur, decernunt, cum tacent, clamunt. – Di te Catilina, mentre rimangono calmi, approvano, mentre lasciano dire, decidono, mentre tacciono, gridano.
Il parallelismo è costituito dall’accostamento di tre blocchi con costruzione identica, formati da una temporale e da una principale.