La proposta non poteva certo piacere a personaggi ricchissimi ed usurai come Crasso, tanto meno ai "nuovi ricchi" tra gli equites e gli ex-plebei arricchiti i quali, come spesso accade, una volta fatto il salto di classe erano divenuti acerrimi difensori del privilegio, più di coloro che erano nati abbienti e aristocratici. Un altro punto fondamentale del programma catilinario era la riforma agraria e la ridistribuzione delle terre, che veniva a colpire i latifondisti. Dal punto di vista politico, poi, il movimento chiedeva maggiori diritti alle donne e agli schiavi. Decenni prima entrambi i fratelli Gracchi avevano trovato la morte per aver propugnato una politica molto meno ardita di quella che avanzava ora Catilina. L'elettorato di Catilina, quindi, era formato da aristocratici caduti in disgrazia, piccoli commercianti in balia degli imprevisti economici, plebei e diseredati.

Catilina si candidò quindi per la terza volta al consolato nell'anno 63 per la carica del 62. Il suo programma faceva ora paura non solo agli aristocratici, ma anche agli stessi populares: era la prima volta che un uomo appartenente all'aristocrazia enunciava una così netta scelta di campo a favore della plebe. Per la seconda volta, il fiero patrizio romano si vide di fronte i maneggi di Cicerone.

 

Nel 63, come detto, Cicerone era console, e quindi ebbe il potere di rinviare con un pretesto i comizi proprio il giorno prima delle votazioni, posticipandoli dalla seconda metà di luglio alla prima metà di agosto. Questo significava che la campagna elettorale sarebbe durata di più, favorendo i candidati più ricchi. Non solo: buona parte dei sostenitori di Catilina erano agricoltori delle campagne italiche, che non potevano economicamente permettersi una così lunga permanenza nell'Urbe, in attesa di poter votare. Contemporaneamente, Catilina veniva accusato di discorsi e comportamenti "eversivi. A questa accusa il patrizio rispondeva altrettanto duramente. Vinsero Decimo Giunio Bruto, uomo di Cesare, e Lucio Murena, uomo di Crasso, eletto con brogli ma scandalosamente assolto in processo. Ancora una volta Catilina era il primo dei non eletti e, se Murena fosse stato condannato, avrebbe avuto di diritto la carica di console. Poiché ciò non avvenne, Catilina decise che aveva sopportato troppo. E cominciò la congiura.

 

Alla congiura presero parte, come abbiamo già ricordato, aristocratici caduti in disgrazia, molte donne (matrone e intellettuali) e molti giovani, poveri ma anche figli della nobiltà. Anche molti schiavi, che però vennero tenuti a distanza dal tradizionalista romano Catilina, che ricordò loro che quella rivoluzione non avrebbe cambiato di molto la loro posizione. Cicerone e Sallustio hanno consegnato alla storia l'immagine dei sostenitori di Catilina assimilandola alla feccia della società, alla canaglia senza principi, ma è difficile credere ad una tale semplificazione. Non c'è dubbio che nell'impresa fossero arruolati anche cinici personaggi decisi a ricavare qualche utile dalle sommosse, eppure, fino alla fine, questa "canaglia" non abbandonò il suo condottiero, non uno lasciò il campo di battaglia, non uno dei suoi soldati lo tradì nonostante il Senato per ben due volte avesse promesso premi e prebende e un'amnistia per chi avesse abbandonato le armi.

 

continua...