Suonare è un’attività speciale. La musica è espressa dal corpo del musicista, perciò lo strumento primario per l’esecuzione musicale,
sia vocale sia strumentale, è il corpo nella sua integrità psicofisica: senza l’ausilio dell’espressione corporea, infatti,
lo strumento musicale rimane muto. Il musicista si deve dotare di un corpo speciale.
In rapporto ai quadrupedi, la nostra posizione eretta o seduta è più instabile e richiede l’impiego di numerosi muscoli tonici
che la mantengano, denominati muscoli della statica.
L’esercizio musicale obbliga l’esecutore ad un allenamento particolare della postura e della sua cinetica, poiché comporta l’aumento
del tono muscolare posteriore del corpo, con l’obiettivo di mantenere la statica sulla quale s’inseriscono i movimenti delle braccia
e delle gambe che servono per suonare.
Allo stesso modo è necessaria l’attività tonica permanente dei muscoli sospensori degli
arti superiori nonché dei muscoli inspiratori, che tengono unite le costole.
Nella figura sopra: a) muscoli sospensori del braccio; b) muscoli della statica; c) muscoli inspiratori.

Se da un lato l’attività musicale causa un ipertono dei muscoli della statica, dall’altro è responsabile dell’ipotonia della muscolatura
addominale.
Mentre si suona gli addominali, che non vengono praticamente mai sollecitati, si distendono in maniera eccessiva causando un’antiversione
del bacino. Così il musicista mostra una postura particolare, frutto di una muscolatura ipertonica (nucali, trapezio, spleni del collo,
spinali del collo e del torace, ileocostali del torace e dei lombi, lunghissimi della colonna vertebrale, lombari,
ischiocrurali, tricipiti surali, ileopsoas ecc.) e di una muscolatura ipotonica (addominali,
glutei e quadricipiti ecc.)
L’ipermobilità coinvolge, per tutti gli strumentisti, la muscolatura predisposta ai movimenti delle mani e delle dita
(flessori ed estensori del carpo e delle dita, lombricali ed interossei).

Il gesto espressivo musicale richiede
infatti una contrazione insistente e ripetitiva degli stessi muscoli, sottoponendo le loro inserzioni ad un superlavoro.
In particolare i suonatori di strumenti a fiato e i vocalisti esercitano costantemente l’apparato muscolo-cartilagineo laringeo che modula
l’emissione del fiato e produce la fonazione. Negli strumentisti a fiato anche il “labbro” (muscolo orbicolare della bocca e buccinatore)
è sottoposto ad abuso. Nel caso poi dei musicisti che usino anche le pedaliere, come gli organisti, la flessione ripetuta delle cosce
potrebbe portarli ad un’ipertonia del muscolo ileopsoas.
Tratto da "L'allenamento del musicista" di Marco Brazzo