Prima guerra mondiale

1917: l'entrata in guerra degli Stati Uniti

 

La posizione di Wilson riguardo alla guerra mutò decisamente nel gennaio del 1917, quando la Germania annunciò che a partire dal successivo 1° febbraio sarebbe ricorsa alla guerra sottomarina indiscriminata contro le imbarcazioni in arrivo in Gran Bretagna o in partenza da essa, contando in questo modo di poterne piegare la resistenza entro sei mesi. Gli Stati Uniti avevano già ammonito in precedenza che questo genere d'azione violava palesemente i diritti delle nazioni neutrali, così che il 3 febbraio il presidente americano decise di sospendere le relazioni diplomatiche con la Germania, seguito da diverse nazioni dell'America latina. Il 6 aprile gli Stati Uniti entrarono in guerra. Dopo la dichiarazione di guerra alla Germania, il governo degli Stati Uniti organizzò rapidamente una forza di spedizione in Europa al comando. Entro la fine di maggio 175.000 soldati americani erano già dislocati in Francia; sarebbero ammontati a quasi due milioni verso la fine della guerra.

La Russia si ritira
Lo scoppio nel marzo 1917 dell'insurrezione popolare contro il governo imperiale portò all'abdicazione dello zar Nicola II. Appena insediato, il governo provvisorio si impegnò a proseguire la guerra, ma la successiva Rivoluzione bolscevica (6-7 novembre, 24-25 ottobre secondo il calendario giuliano) avrebbe portato al
ritiro della Russia dalla guerra. Il 20 novembre il nuovo governo offrì alla Germania la sospensione delle ostilità: l'armistizio, che determinò la fine dei combattimenti sul fronte orientale, fu firmato dai rappresentanti di Russia,
Austria e Germania il 15 dicembre.

 

 

Sconfitte italiane
Durante i primi otto mesi dell'anno, nonostante le carenze in effettivi, artiglieria e munizioni, le forze italiane proseguirono gli sforzi per sfondare le linee austriache sul fiume Isonzo e conquistare Trieste (decima e undicesima battaglia dell'Isonzo), senza che si producessero risultati di rilievo. L'ultimo trimestre dell'anno fu invece segnato da una decisa offensiva mossa da nove divisioni austriache e sei tedesche, sopraggiunte dall'ormai inattivo fronte orientale: attaccando sulla parte alta dell'Isonzo, riuscirono a rompere le linee italiane, costringendo il contingente nemico a ripiegare disordinatamente sul fiume Piave. Nella disastrosa battaglia di Caporetto, oltre alle vittime le truppe italiane contarono 300.000 prigionieri e quasi altrettanti disertori, sfiorando la disfatta. Sull'estrema linea del Piave venne fermata la controffensiva che avrebbe potuto costringere l'Italia alla resa definitiva; in novembre truppe inglesi e francesi giunsero di rinforzo, mentre Cadorna veniva sostituito dal generale Armando Diaz.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'entrata in guerra della Grecia
Vista la situazione di stallo sul piano delle operazioni militari sul fronte dei Balcani, gli Alleati esercitarono pressioni sul re Costantino I con l'obiettivo di ottenere la sua abdicazione. L'invasione della Grecia fu avviata nel giugno del 1917: il monarca greco rinunciò alla corona in favore del figlio Alessandro e Venizelos assunse la guida del nuovo governo, dichiarando guerra agli Imperi Centrali il 27 giugno.