Lentulo fu scoperto e messo a morte insieme agli altri capi. Il Senato affidò allora ai due consoli il compito di fronteggiare la rivolta: Caio Antonio ebbe l'incarico di marciare contro Catilina, mentre Cicerone doveva rimanere a presidiare la capitale.

 

Da Roma partirono due eserciti: uno costituito da tre legioni al comando del pretore Quinto Cecilio Metello Celere, l'altro al seguito di Antonio. Il primo si pose a guardia dei passi montani che Catilina avrebbe dovuto percorrere per ritirarsi nella Gallia Cisalpina dove contava su molti simpatizzanti, precludendogli ogni via di fuga; il secondo lo tallonava da presso e lo spingeva verso l'Appennino per costringerlo a dare battaglia.

 

Sallustio, lo storico dal quale traiamo la maggior messe di notizie circa queste vicende, non precisa a quanto ammontasse l'esercito di Antonio, ma riferisce soltanto che era di numero cospicuo. Tuttavia, procedendo per ipotesi, e considerando che doveva essere il console e non il pretore a scontrarsi direttamente con le forze di Catilina, possiamo congetturare che a disposizione di Antonio dovessero essere come minimo altrettante legioni di quante ne aveva Metello, e cioè almeno tre.

 

All'inizio della campagna Catilina e Manlio potevano invece contare soltanto su 2.000 uomini. Successivamente, incorporando altri volontari ed alleati provinciali che continuamente affluivano, specie ex legionari sillani, i due riuscirono a formare l'organico di due legioni, pur congedando gli schiavi fuggitivi che offrivano il loro aiuto, dal momento che Catilina riteneva dannoso alla sua causa mescolare liberi cittadini romani con soldati di origine servile. Se il totale dei combattenti doveva risalire a circa 9.000 uomini ( ricordiamo che una legione regolare prima dell'età cesariana contava circa 4.800 fanti -3.600 pesanti e 1.200 veliti-) non si trattava certo di truppe ben organizzate e disciplinate. Innanzitutto, soltanto un quarto degli uomini era fornito di armi regolamentari (probabilmente gli ex sillani), mentre gli altri portavano quelle che avevano potuto procurarsi: spiedi, lance e persino pali appuntiti; in secondo luogo non erano abituati a combattere insieme, poiché Sallustio specifica che venivano accorpati in coorti sulla base soltanto del numero di elementi necessario a formarle; per ultimo sembra che i congiurati fossero del tutto privi di cavalleria.

 

Nei pressi di Pistoia...