"in pochissimi giorni s’insegna tutto quello che dalla geometria e dall’aritmetica, per uso civile e militare, non senza lunghissimi studii per le vie ordinarie si riceve".
Galileo Galilei ha sempre sottolineato l' importanza della geometria come valido ausilio dell’arte militare. Con il compasso da lui chiamato geometrico-militare, Galilei proseguì, accentuandola, questa originale concezione dei compiti e delle finalità della ricerca scientifica, posta al servizio dell’uomo e in particolare delle sue esigenze più immediate. Venne così accogliendo le richieste del mondo dei traffici marittimi e militari, proprio della Repubblica di Venezia, e le soddisfece ponendo a disposizione uno degli strumenti di calcolo rapido e di misurazione sicura.
Nel 1597 Galileo Galilei costruì il primo compasso di proporzione da lui chiamato geometrico e militare col quale Galilei fece costruire diversi esemplari dello strumento che venne diffuso rapidamente, senza che vi fossero chiare garanzie a tutela dei diritti d’autore. Questo fece sì che alcuni si appropriassero dell’opera, spacciandola come propria (Giovanni Eutel Zieckmeser - nel 1602). Allo scopo di impedire altre indebite appropriazioni, nel 1606 Galilei si decise a dare alle stampe alcuni appunti, in parte da lui già stesi in forma leggibile, contenenti l’illustrazione delle varie operazioni che si potevano eseguire col compasso.
Le "Operazioni del compasso geometrico et militare" (Padova 1606) costituiscono la stesura definitiva ed ufficiale di questi appunti. Lo scritto fu dedicato a Cosimo di Toscana, allievo di Galilei; non solo per esprimere la sua costante fedeltà alla casa medicea, ma per avere un autorevole sostegno nella polemica difesa della sua invenzione.
Nella prefazione dell’opera si legge:
".....ed essendovi ella, per gran parte d’estate passata, degnata di ascoltar con tanta benigna udienza dalla mia viva voce l’esplicazione di molti usi di questo strumento. Gradirà dunque l’A.V.S. questo mio, dirò quasi, scherzo matematico....."
Nello scritto Galileo descrisse in dettaglio le operazioni che si potevano eseguire con lo strumento, ma tacque sulla modalità di costruzione delle scale, forse per proteggere la sua invenzione. Nel 1607 il giovane Baldassar Capra, geloso dello scienziato pisano, pubblicò un libretto "Usus et Fabrica circini cuiusdam proportionis" nel quale, traendo profitto dalle nozioni acquisite frequentando la casa di Galileo, tentò di attribuirsi il merito del compasso, calunniando Galilei e accusandolo di plagio. Tale scritto apparve così lacunoso da mettere in evidenza la scarsa competenza in merito del Capra, e servì a Galilei non solo come documentazione a suo vantaggio dinanzi ai Riformatori dello Studio Pisano, ma anche quale prova inconfutabile dell’invenzione del primo compasso fin dal 1597. La disputa sulla paternità dello strumento si concluse con la sentenza del 4 maggio del 1607 e col sequestro e distruzione di tutte le copie del libretto del Capra. Nonostante la piena soddisfazione sul piano giuridico, Galilei volle diffondere nel mondo della cultura la conclusione del dibattimento giudiziario; pubblicò nel 1607 la sua "Difesa contro alle calunnie e imposture di Baldassar Capra milanese", in cui fornì tutta la documentazione prodotta nel procedimento giudiziario, con le sue considerazioni sull’incompetenza del Capra ad affrontare problemi di geometria
IL COMPASSO