L’uomo di gomma – dal nostro inviato in IV C, sabato 4 febbraio 2012
Uomini che rimbalzano come palle di gomma: ecco i personaggi del Candido di Voltaire, ultima lettura della IV C.
Passati a fil di spada o impiccati, dati comunque per morti, irrimediabilmente morti, a distanza di qualche capitolo alcuni tornano inaspettatamente in scena.
Donne che hanno subito violenze estreme sopravvivono, sfigurate ma vive, pur ritrovandosi in qualche caso addirittura con una chiappa in meno, avendo dovuto placare la fame dei Giannizzeri.
Sembra proprio che il prosieguo della vicenda sia affidato a processi vistosi di cicatrizzazione. E’ come se l’autore volesse fare di ogni figura un concentrato di sciagure, prodotte dalla storia o dalla natura: non solo l’uomo, infatti, con guerre, mutilazioni, autodafé, imposizione della schiavitù infierisce sull’uomo ma anche la natura si dà da fare con terremoti e tempeste.
Come si può spiegare questa scelta di Voltaire a livello narrativo? con un principio fondamentale della sua prospettiva: riconoscere il male è necessario per poter cominciare a progettare e realizzare un mondo diverso.
Reazioni degli studenti: sconcerto è quella dominante.
Qualcuno ha raccontato che, mentre procedeva con la lettura, sicuro di aver lasciato l’ ”eroe” in Europa, se lo è ritrovato inspiegabilmente nella foresta equatoriale sudamericana quasi arrostito/ lessato dalla tribù cannibale degli Orecchioni.
Qualcun altro, imbattutosi in uno dei tanti redivivi della vicenda, ha dubitato della sua lucidità di lettore… o di quella dell’autore?
Il Candido continua a sorprendere col ritmo rapido delle avventure inverosimili del protagonista e dei suoi compari, impegnati in un giro del mondo conoscitivo e formativo.