I fatti sono anomali ma spiegabili, spiegabilissimi. Durante un tema alcuni studenti, che rimarranno anonimi, presi dalla foga nello scrivere, si sono lasciati sfuggire un interesse, tenuto fino a quel momento rigorosamente segreto, per i romanzi storici.
Qualcun altro ha pensato di approfittare del lapsus per proporre a tutti la lettura di Pompei, bestseller di qualche anno fa, che intreccia sapientemente vicende d’invenzione con fatti storici autentici relativi ai giorni della catastrofe dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d. C.
In un sussulto di spirito autenticamente democratico si è organizzata così, sui due piedi, una votazione, preceduta da un breve dibattito. Pompei sì o no?
- Qualcuno ha chiesto di poter scegliere a ragion veduta, con l’alternativa chiara.
- Qualcuno ha sorriso soddisfatto, pregustando piaceri inenarrabili e per giunta…obbligatori.
- Qualche altro ha tentato l’impossibile: “Ma dobbiamo proprio”?
- C’è chi, infine, ha deciso di astenersi dal voto; forse per paura di dover scontare a breve una scelta incauta?
Insomma, non si può certo parlare di unanimità, concordia, omogeneità in III C – quanto ai libri, si intende!!!
L’urna ha decretato il trionfo leopardiano dell’incerto, dell’indefinito, dello sfuggente sul “tristemente” noto. Come a dire che “La speranza non muore mai”:
- Forse ci farà uno sconto!
- Forse l’altro libro sarà più corto!
- Forse si dimenticherà di trovare l’alternativa!
I sostenitori del romanzo storico, dopo lo smacco, non ritengono tuttavia che sia tutto perduto: lunedì si presume tornino gli assenti, cui essi si vogliono affidare come extrema ratio. Chissà se questi si faranno convincere a sostenere la loro causa!