Partendo dalla visione dell’opera teatrale di Machiavelli abbiamo compiuto un viaggio attraverso i miti, le credenze popolari, le superstizioni, gli incantesimi e le magie che hanno riguardato la storia di una pianta dalle proprietà leggendarie, andando a verificare quali fondamenti scientifici vi si potessero ritrovare. Il viaggio è stato lungo, complesso ed appassionante, ci ha portato in territori diversi: la letteratura, la storia, la filosofia, l’arte,la botanica, la chimica, la medicina, la farmacologia.
Se ci avete accompagnato sin qui vi ringraziamo per l’attenzione e vi lasciamo con un indovinello:
Conoscete Mandrake?
Secondo voi perché questo mago
è stato chiamato col nome della
nostra pianta?
Mandrake è ancora oggi il mago per antonomasia. Veste impeccabilmente in frac, con un cilindro in testa, impugna un bastone che all’occorrenza usa come bacchetta magica, si avvolge in un ampio mantello. Le sue avventure furono pubblicate per la prima volta nel 1934 con la sceneggiatura di Lee Falk e il disegno di Phil Davis.
Mandrake è accompagnato dal fido Lothar, un mastodontico nero di origine nubiana, forte come dieci uomini messi insieme, vestito unicamente di una pelle di leopardo.
Le avventure di Mandrake sono anche accompagnate sempre da un presenza femminile, quella di una principessa di un improbabile regno dell’Europa centrale: il regno di Cockaigne, l’elegantissima e graziosa Narda, amica e sua compagna nella maggior parte delle sue avventure.
Mandrake ha messo la magia a disposizione della legge: si serve dell’illusionismo, dell’ipnotismo e di sorprendenti giochi di prestigio per mettere in imbarazzo il più incallito dei malviventi. Basta un cenno della sua mano per trasformare la pistola del nemico in un serpente, oppure un gatto in una tigre, un albero in una foresta ecc…