Castore Durante
La pianta è raffigurata e descritta non solo in tutti gli antichi testi ma anche nell’Herbario Novo di Castore Durante. Ordinato secondo l'alfabeto, l'Herbario di Castore Durante era di facile consultazione e ad ogni voce era premessa una sorta di poesiola in latino che permetteva di ricordare più facilmente le proprietà di ogni erba descritta di cui vengono analizzate le virtù "di dentro", quando l'erba cioè viene usata per infusi o estratti da assumere, e quelle "di fuori", quando invece viene usata come impiastro in genere cicatrizzante.
"Conciliat somnum, sedat pariterque dolores Mandragoras, et mollit Ebur; tuberculas, strumas Discutit, et collecta; Iuvat serpentis ad ictus, Expellit partus, et menstrua; detrahit atram Tum vomitu bilem, et pituitam; inducit et inde Humorem, ac frigus; largo demittit ad orcum Et potu"
Nell’ 800 la Mandragora cade nell’oblio che il Sangiorgio così giustifica: “Nella colta Europa non si usa più e si lascia ai Russi la libertà di adoperarla nei tumori, parotiti, scrofole, …nei quali si dice utile” (Storia delle piante medicate, Milano 1809)
La Mandragora non figura neppure nella vigente Farmacopea Italiana eccetto…
Le PODOFILLOTOSSINE estratte dalla radice di mandragora sono sostanze che bloccano le cellule in fase S e G2 per inibizione della topoisomerasi II, un enzima che svolge un ruolo fondamentale nell'impacchettamento e nella replicazione del DNA. Etoposide e Teniposide vengono impiegati come farmaci che impediscono la riproduzione delle cellule tumorali.